Jan Fabre è senz’altro uno dei artisti contemporanei più innovativi ed eclettici. Coreografo, regista, scenografo, ma anche autore di sculture, disegni, film, installazioni e performance radicali come “This is Theatre Like it was to be Expected and Foreseen” (“Questo è teatro come ci si doveva aspettare e prevedere”) del 1982 e “The Power of Theatrical Madness” (“Il potere della follia teatrale”) del 1984, che fecero vacillare le fondamenta dell’establishment del teatro europeo. Fabre ha costruito a partire dagli anni Settanta, un corpus di opere che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, dando forma e verità alle sue ossessioni con un senso della disciplina e della perfezione ineguagliabili. Caos, rigore, reiterazione e follia, metamorfosi e anonimato sono gli elementi principali del suo teatro. Nel 2015 con “Mount Olympus. To Glorify the Cult of Tragedy” ha aperto uno straordinario laboratorio per ripensare il ruolo e il significato della tragedia oggi (ne abbiamo parlato nel post “Mount Olympus. Cosa viene dopo la tragedia?”).