Cooking fast die young.

Marco Pierre White è passato come una meteora nelle cucine britanniche. Ha iniziato a 16 anni e si è ritirato quando ne aveva solo 38 (ma a lui sembrava di averne vissuti già 86). Diceva: “Il mio corpo è fottuto, consumato sino alla miccia”. Diceva: “Ho avuto la terza stella a 35 anni, lo stesso anno di Marc Veyrat. Solo che lui di anni ne ha dieci più di me. Mica aspetterò come Robuchon l’ultimo momento per andare in pensione. Questa vita mi ha distrutto. Io prima del quarantesimo compleanno appendo il grembiule e in cucina non ci metto più piede. Il fisico non c’è più”. Detto fatto. Decise anche di restituire le tre stelle alla Michelin, contribuendo col suo romanticismo esacerbato alla mitologia dell’Angelo Caduto.

Cook It Row: gli chef più all’avanguardia del mondo si incontrano.

“Cook It Raw è un progetto itinerante che ogni anno fa incontrare un gruppo di grandi chef in una diversa regione del mondo. Per alcuni giorni stanno li a cacciare, raccogliere, pescare, incontrare produttori locali e infine preparare una cena con gli ingredienti che hanno scelto. “Cook It Row”, probabilmente è stato il primo progetto che ha saputo mettere in scena la pratica del cucinare come “atto trasformativo”. Ciò che viene messo in scena non è la capacità del singolo, la cucina intesa come visione particolare, ma il cucinare con la “C” maiuscola, inteso come “atto creativo”. Da un parte la natura che offre gli ingredienti e dall’altra l’uomo che, con tipicità differenti legate al contesto, li fa diventare cultura.