workshop

facebloom. be different, be yourself.

Sopra. Passengers. Tokyo, 2012. Fotografia: Byron Edwards. 

La terra promessa dei social network offre a tutti l’opportunità di “essere”, di “essere diversi” ma ad un patto: scomparire dalla realtà. Locatari di un’esistenza in esilio ci esercitiamo online al fine di diventare gli uni per gli altri dei perfetti estranei nel reale. Uomini senza un posto stabilito, senza una missione da compiere, se non quella di diventare dei Bloom. Bloom è il nome per questo anonimato. Bloom è l’uomo della folla, l’uomo di massa, l’uomo-massa. La promessa di Facebook (e di tutti i social network) è quella farci uscire da questa ineludibile passività resuscitando la nostra voglia di comunità. Esuli alla ricerca del paradiso perduto, di una salvezza individuale che ci allontani da problemi comuni e da cattive compagnie, nel tentativo di realizzare il nostro sogno: una vita sicura, felice, densa di senso. Ma riuscirà Facebook, cingendo d’assedio la nostra intimità a farci dimenticare la tonalità affettiva che ci abita, ossia la noia? Facebloom è un workshop: 10 esercizi (su: identità, frame, co-produzione, gratis, fiducia, controllo, proprietà, sciame, condivisione, preferenze), 10 giornate, 100 ragazzi. È uno strumento pensato per provare riflettere su alcuni temi che ci stanno a cuore: in che forma la rete digitale si manifesta nella nostra vita quotidiana? Il cyberspazio come ‘ritorna’ nello spazio fisico? Quanto, le innovazioni digitali, influenzano le nostre azioni, il nostro comportamento nella vita di tutti i giorni?

Per informazioni sulle date e sui docenti, scrivetemi: mfbenini@metazoo.it

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