commoning

#speranza s. f. [der. di sperare, sull’esempio del fr. ant. espérance]*.

Sopra. Annelie Svaneycken, The Regenerators. Tavola rotonda su strategie di riqualificazione urbana. Porta Palazzo, Torino, 2012. Fotografia: Pino Chiezzi.

Questo testo parla di speranza.
Questo testo nasce in un clima politico ed economico nel quale il sostegno per le “idee”, critiche o meno, è ormai quasi inesistente. D’altronde non è difficile essere pessimisti e inattivi, quando siamo circondati da guerre, disastri ecologici e disuguaglianze sociali, quando le tecnologie e le economie globalizzate rendono le nostre vite sempre meno reali, spianando la strada a un crescente individualismo, all’isolamento e alla solitudine.
La domanda è: cosa rappresenta per noi oggi la speranza?
La speranza si fonda sulla credenza, sulla fede, sulla convinzione che, anche in un’epoca d’incertezza, abbiamo un’esistenza che vale la pena vivere. La speranza può essere ciò che sostiene la vita a dispetto della disperazione, essa non è semplicemente il desiderio che le cose accadano, o che le nostre vite migliorino: è l’energia e la spinta che ci rende parte integrante del mondo, nell’ecologia della vita, dell’etica e della politica.
Ma innanzitutto, per me la speranza ha a che fare con gli accadimenti, con gli incontri, con gli eventi e le relazioni casuali, di cui è intessuta la nostra vita. La speranza, è una condizione umana basilare che riguarda il credere e l’avere fiducia negli altri.
In questo blog cercherò di capire perché affinché ci sia speranza ci devono sempre essere, apertura, spirito di dialogo e generosità, tutti strumenti indispensabili per creare un varco che mantenga vive la spontaneità e la libertà. Miguel Benasayag, filosofo e psichiatra, autore de L’epoca delle passioni tristi (Feltrinelli 2009), scrive che quando non c’è possibilità di dialogo, non c’è spazio per lo scambio. Le parole, le idee e i progetti si restringono, e lo scambio diventa una sorta di monologo, una forma di depressione e narcisismo. Solo attraverso il dialogo siamo in grado di sollevarci dalla disperazione e siamo in grado di assumerci il “rischio” dell’incontro con gli altri. Solo le riflessioni e le conversazioni ci aiutano a costruire nuovi immaginari, nuove visioni del mondo che generano una concreta possibilità di mettere in moto cambiamenti sociali e individuali, concreti e radicali (per il filosofo Cornelius Castoriadis elaborare la nozione di immaginario, significa riconoscere come fondamento ultimo di individuo e società la “creatività”, intesa come capacità di creare forme e figure che non esistevano in precedenza).

Questo testo è l’inizio di un progetto nel quale inviterò a parlare, persone che stimo – nella scrittura, nel pensiero, nella progettazione e nella politica -, sulle responsabilità etiche e politiche che possiamo condividere, scrivendo, riflettendo e realizzando progetti che sappiano prendersi cura delle nostre comunità. Ma soprattutto, condividerò progetti provenienti da tutto il mondo, che possano far emergere nuove idee, nuove visioni ed espressioni. In un’epoca laica, che ha visto la speranza uscire dalla sfera religiosa, possiamo trasformarla in uno strumento di resilienza per promuovere la giustizia e il benessere delle nostre comunità?

* dal vocabolario Treccani on-line.

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