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Erwin Olaf: la bellezza, l’outsider, la disperazione, il perdono, il sesso, la morte e il tutto.

 “L’autoritratto, come anche tutto il corpo del mio lavoro, dovrebbe essere visto come un dia­rio”.
Erwin Olaf, olandese, è uno dei protagonisti più affascinati del panorama fotografico internazionale, grazie a uno stile particolarmente riconoscibile e modalità produttive cinematografiche diventate la firma che caratterizza tutto il suo lavoro.
Olaf ha scoperto la fotografia durante gli studi di giornalismo ad Utrecht, capendo che documentare la realtà non lo interessava quanto invece ricostruire e trasmettere attraverso le immagini il proprio mondo interiore, compito che gli riesce da subito molto bene qualunque sia l’obiettivo del suo lavoro: progetti personali, pubblicità, redazionali di moda, video. Ho letto in un’intervista lo sviluppo nel tempo del suo lavoro testimonia paranoie e ossessioni personali: a vent’anni, l’ossessione per il sesso; a trenta, l’aggressività e l’ambizione; oggi, mentre è continuamente in viaggio per seguire mostre ed esposizioni, la solitudine e le speranze sono diventate i temi centrali del suo lavoro.

“Voglio creare il mio mondo, io non voglio seguire la realtà, perché mi piace sognare la mia vita”.

Le immagini di Olaf lavorano su diversi livelli, hanno innanzitutto un forte impatto estetico: sono perfette, ben composte, nelle sue inquadrature tutto è esattamente dove dovrebbe essere, la luce sembra scolpire le figure, niente è lasciato al caso e ogni sua immagine è in grado di indurre l’osservatore verso un’esperienza estatica.
Nel costruire le sue immagini, ama creare scenari in studio invece di cercare location. Ama il controllo a cominciare dalla luce.
Ma le fotografie di Olaf vanno oltre questo: osservandole con attenzione c’è sempre un dettaglio, uno sfasamento temporale, o anche solo il modo in cui sono costruite che spinge a interrogarsi su temi pregnanti come l’ipocrisia, la violenza, il dolore, la solitudine…

“Quello che vorrei fare è creare emozioni che durino poco più di un secondo, non di più, un mondo che un minuto prima non esisteva e minuto dopo non esisterà più. È questo che mi piace della fotografia… Nella fotocamera vedi un mondo perfetto, e accanto ad esso c’è disordine e caos”.

I suoi riferimenti culturali sono incredibilmente numerosi: da Caravaggio a Johannes Vermeer, da Norman Rockwell a Andy Warhol e Jeff Knoos; ma anche fotografi come Robert Mapplethorpe, Joel-Pieter Witkin, Jan Saudek, Diane Arbus o registi come Visconti, Pasolini, Fellini e David Lynch.
Olaf esplora le diverse forme che l’uomo assume indossando maschere imposte sia da se stesso che dalla società, e sviscera nelle sue foto numerosi temi sociali, portando avanti una feroce critica alla società capitalistica contemporanea.
La forza di Olaf è di essere riuscito a inventarsi un proprio linguaggio: silenzioso, ironico, drammatico, sensuale, sessuale. Intriso di vita e mistero.
Con ogni nuovo scatto ci dice qualcosa che non abbiamo ancora pensato, ma che sta dentro di noi. Da qualche parte.

In occasione della mostra di Erwin Olaf “Wai­ting: Selec­tion from Erwin Olaf Volume I & II”  (sino 28 di febbraio 2015 alla galleria newyorkese Hasted Kraeu­tler, http://bit.ly/1IOyxFa), Olaf ha realizzato in collaborazione con il sound designer e compositore Sebastiaan Roestenburg l’installazione “Waiting”.
Il film, girato in un single take, mostra una ragazza, in attesa in un ristorante. Pochissimi movimenti, tocca un bicchiere, apre il menù, rimane seduta, aspetta. Una scena atipica per il mondo di oggi, dove l’attesa viene riempita da continui sguardi al cellulare, telefonate, o dall’invio di messaggi di testo. Il film è un invito a guardare in faccia senza timore e ad affrontare l’impazienza e l’irrequietezza che prevale nelle nostre vite.

Erwin Olaf Waiting from The Ambassadors on Vimeo.

Sull’esposizione newyorkese, Manuela de Leonardis, ha pubblicato sul Manifesto un’intervista al fotografo olandese che vale la pena leggere.
http://ilmanifesto.info/la-perfezione-dellattesa/

I siti internet di Erwin Olaf sono:
http://www.erwinolaf.com
https://www.facebook.com/StudioErwinOlaf

I libri da avere:
Erwin Olaf, Aperture, 2008 http://bit.ly/1ygLCHs
Erwin Olaf: Volume II, Aperture, 2014 http://bit.ly/1yhecqK
Erwin Olaf: Own. Works 1984-2012, Lido, 2013 http://bit.ly/1CbURWR

I video:
Erwin Olaf, On Beauty & Fall, 2009 (durata 50′) http://vimeo.com/64701764
Un brillante documentario (diretto da Michiel van Erp) che ci porta porta a osservare da vicino Erwin Olaf, a coglierne il temperamento irrequieto, la feroce passione per le immagini e per la sua professione.
Erwin Olaf: Volume II, Interview. Aperture Foundation, 2015 http://vimeo.com/113536607
La pagina YouTube dello Studio https://www.youtube.com/channel/UCjm0AQmWGnSkHYdFyFVLQmg
Il commercial “Desire” per Vente Privee, 2011 http://youtu.be/RDkQsRPeER4
L’installazione “Waiting”, 2015 http://vimeo.com/116149479

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