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Scratch Graphique. Workshop con Laurent Burte.

Laurent Burte, un talentuoso grafico di Parigi, ha trascritto i gesti dei DJ: ogni movimento compiuto sul piatto e sul mixer diviene un segno grafico, un carattere.
In questo workshop Laurent, descrive la genesi e le tecniche di base del suo innovativo lavoro grafico che mischia grafica, tipografia, trascrizione del movimento e dell’azione (un linguaggio simile al Labanotation, il sistema di notazione dei movimenti del corpo inventato nel 1928 da Rudolf Laban e oggi impiegato da moltissimi coreografi).

Mario Flavio Benini – Laurent, partiamo con po’ di storia, quando nasce lo scratch?
Laurent Burte – L’arte dello scratch nasce da un incidente tecnico. Una sera del 1975, in un appartamento del Bronx, Grand Wizzard Theodore ascolta della musica ad un volume molto alto. Interrotto bruscamente dalla madre, che apre con forza la porta della sua stanza, Theodore muove il disco avanti e indietro sul piatto senza abbassare il volume. Il rumore di questa discordia familiare diventerà lo scratch. Inventore della tecnica del pre-ascolto, che gli permette di selezionare le parti buone di un disco prima di farle sentire al suo pubblico, Grand Master Flash, al tempoTheodore, è stato un rivoluzionario del deejaying e del genere hip-hop.In ogni generazione di DJ, i più virtuosi hanno fatto evolvere la tecnica tramandando alla generazione successiva le mosse più belle . Tra i componenti delle prime generazioni di DJ, oltre a Grand Master Flash, è da ricordare GrandMixer D.ST (oggi GrandMixer DXT). Successivamente Jazzy Jay, DJ Scratch, Aladdin, Cash Money e Jazzy Jeff furono senza dubbio i primi “turntable heroes” che a Philadelphia, all’inizio degli anni ’80, perfezionarono il mix hip-hop. Nel 1987 si svolge il primo campionato del mondo di Dj, il Disco Mix Club (DMC).

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Le competizioni sono molto seguite e divengono un appuntamento importante per i tecnici del vinile che si affrontano da soli e in gruppo. Nel 1988 è campione del mondo l’americano DJ Cash Money, mentre l’anno seguente tocca al britannico Cutmaster Swift. Dopo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, dove è da ricordare il gruppo Scratch Perverts (Plus One, Tony Vegas, Prime Cuts), anche la Francia diviene fucina di importanti artisti come Crazy B che, nel 2002, ha vinto il DMC con il suo gruppo Birdy Nam Nam, composto anche da Lil’Mike, DJ Kodh e Nétik. Spesso conosciuto per la creatività dei suoi DJ, il Giappone si afferma con Kentaro campione del mondo nel 2002.Nel 1996 la International Turntablist Federation (ITF), una struttura direttamente legata al mondo del hip-hop, ha organizzato un altro campionato sostenuto negli Stati Uniti da importanti DJ come DJ Craze o A-Trak. Ad alcuni membri di questa federazione bisogna riconoscere un’influenza importante nell’evoluzione dello scratch. In particolar modo sono da ricordare gli X- Ecutioners (prima X-Men) i primi a proporre l’idea di un gruppo hip-hop composto da DJ e gli Invisibl Scratch Piklz (prima Rocksteady DJ’s) guidati dal DJ Q-Bert. Questi ultimi sono considerati un’unica e ineguagliabile orchestra formata da DJ: in scena ciascun DJ si incarica di una parte precisa dell’esecuzione, la batteria o il basso, trasformando il piatto da diffusore di musica a strumento di creazione.

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MFB – Nel tuo libro “Scratch Graphique. Une recherche typographique au plus profond du son”, parti da tecnica e strumenti per poi decodificare i movimenti. La strumentazione è composta da due piatti e un mixer.
LB – Generalmente uno dei due piatti è manipolato seguendo le tecniche dello scratch, chiamate “vinyles break beat”, mentre l’altro piatto produce un beat, un effetto prodotto dal vinile per scandire il tempo. I fader del mixer permettono di scegliere il piatto da cui emettere il suono: il cross fader è spinto a destra per ascoltare il beat del piatto di destra e scratchare sull’altro. Il tasto Pitch permette di controllare la velocità di rotazione del piatto, 33 o 45 giri, su una scala graduata da – 10 a + 10%, mentre il tasto ultra pitch modifica la velocità di rotazione del piatto su una scala graduata generalmente da -50 a + 50%. Il tasto cross fader permette di passare da una fonte sonora all’altra: se è spostato a sinistra si ascolta il suono del piatto di sinistra; se è spostato a destra si ascolta il suono del piatto di destra; se si trova al centro si sente allo stesso tempo il suono dei due piatti.
L’impiego di questo strumento si traduce nella combinazione di movimenti effettuati dalla mano sinistra che controlla il disco di sinistra e dalla mano destra che muove il cross fader. Il disco sul piatto riproduce il suono di uno strumento, mentre il piatto è dedicato allo scratch. Il disco che si trova su quest’ultimo piatto costituisce una “banca suoni”. Il cross fader sul mixer indica, in base alla sua posizione, se la fonte sonora del piatto è udibile o meno, tenendo conto che il piatto è sempre udibile.

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MFB – Il secondo polo è il vinile. Cos’è un vinile?
LB – L’idea di un disco come supporto per la registrazione di un suono risale al poeta e inventore Charles Cros che la comunicò nel 1877 alla Académie des Sciences. Il suo progetto fu realizzato nel 1887 dall’americano Émile Berliner con un disco in zinco. Alla vigilia del XX secolo, Berliner si servì della gommalacca come componente dei suoi dischi, mentre quelli in vinile apparvero nel 1948. I vinili sono delle banche di suoni strumentali ed elettronici. Ne esistono che contengono frasi, rumori o note musicali… Ciascuno di questi suoni può emettere infiniti ritmi sonori, differenti a seconda di come sono usati dal DJ. Quest’ultimo mette degli adesivi su vari punti del disco per marcare i suoni che utilizza. Il “fresh bip” e “aahhhh” sono degli esempi di suoni che era possibile trovare sui primi vinili break beat, preparati appositamente dal DJ per partecipare a una competizione. Nel 1992 il DJ Q-Bert usa per primo questa tecnica che permette di registrare su un unico vinile tutte le porzioni di suono raccolte. I vinili break beat saranno poi migliorati dal Dj Swanp che ne scoprì una nuova generazione chiamata skipless.

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MFB – Il terzo polo è il DJ.
LB – Tra i numerosi DJ esistenti , il DJ che scratcha ha una particolarità: è uno strumentista. Un DJ, come un pianista, un batterista o un chitarrista, si esibisce in uno spettacolo: il repertorio musicale e il suo atteggiamento sono importanti in egual misura. Nonostante tutti i suoi gesti sulla scena sono il risultato di un allenamento accanito per padroneggiare la tecnica dei movimenti, anche se il DJ ha ripetuto il suo pezzo un numero incalcolabile di volte prima di esibirsi in pubblico, l’improvvisazione è una delle basi essenziali di questa musica. Le battle, durante le quali i DJ si affrontano e dialogano attraverso i loro scratch, sono dei veri spazi d’espressione musicale e del corpo. Per capire lo scratch non si può solo ascoltare, è indispensabile guardare il DJ durante il suo spettacolo. I virtuosi dei piatti sono apparsi sulla scena musicale alla metà degli anni ’80. Nelle battle, i DJ si affrontano individualmente e in gruppo e sono valutati sulle qualità creative, tecniche e musicali del loro programma. La battle più importante del mondo è il DMC (Disco Mix Club).

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MFB – La tua ricerca si è concentrata nell’individuare un sistema, un alfabeto grafico per lo scratch.
LB – Sì, ricerca tipografica che ho condotto si fonda sull’osservazione dei movimenti compiuti dal DJ sul piatto e sul mixer.
Tre i parametri osservati: le mani (in alcuni casi anche i piedi), gli strumenti (piatti e mixer) e i suoni scelti.
L’osservazione preliminare dei movimenti è essenziale per ben comprendere lo spirito del futuro carattere (o ideogramma).
È stato necessario tenere presente le referenze tipografiche e calligrafiche: comprendere tutte le possibilità di trascrizione dell’informazione è fondamentale perché esistono più sistemi di scrittura (araba, latina, orientale…). L’analisi dei gesti ha portato a una struttura dinamica.I caratteri della grafica scratchhanno una forma arabeggiante, poiché i caratteri d’origine araba sono molto malleabili.
Ciascun movimento che descrivono i caratteri della grafica scratch è modulabile poiché sarà reinterpretato da ogni musicista in base alla sua sensibilità.
L’improvvisazione, quindi, resta la parola chiave di questa disciplina. La composizione dei gesti.

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La musica uscita dallo scratch viene trascritta in dei movimenti di scrittura. I caratteri descritti non sono note musicali, ma delle figure di stile che funzionano come un alfabeto.
I caratteri si compongono dell’associazione di due movimenti: i movimenti del disco e i movimenti del cross fader.
[1] Il movimento della mano sul vinile avanti e indietro.
[2] Il movimento del cross fader effettua un cut: le dita tengono il cross fader e lo spostano dalla posizione aperta a chiusa.
[3] Il click sul cross fader si effettua molto rapidamente con uno scorrimento: l’indice fa passare il cross fader dalla posizione chiusa a quella aperta, il pollice lo rinvia sulla posizione chiusa. Il crab: questa tecnica è una successione molto rapida di click eseguiti con uno scorrimento delle dita sul cross fader (anulare, medio, indice). Il pollice riconduce il cross fader sulla posizione chiusa dopo il passaggio di ciascun dito. In questo modo lo scratch è reso accessibile a tutte le persone che lo vogliono praticare.

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Baby scratch.
Il movimento base dello scratch si effettua con un semplice movimento avanti e indietro sul disco. Si esegue con il cross fader in posizione aperta (il suono è udibile).

Foward.
Il movimento è simile a quello del baby scratch, ma il cross fader è chiuso (non udibile) nel movimento all’indietro del suono (solo il movimento in avanti è udibile).

Reverse.
Il movimento è simile a quello del baby scratch, in senso inverso al foward, il cross fader è chiuso nel movimento in avanti del suono (solo il movimento indietro del suono è udibile).

Flare.
La famiglia dei flare forma delle combinazioni di click del suono in avanti e indietro.
Dall’inizio alla fine (avanti e indietro) del movimento sul vinile, il cross fader agisce con dei click come se tagliasse il suono.
Bisogna inoltre precisare che l’ampiezza del movimento sul disco è variabile sulla base del numero di click da eseguire.

Chirp.
Il movimento sul disco è simile a quello del baby scratch ma di minore ampiezza. Durante il movimento in avanti bisogna chiudere rapidamente il cross fader perché il movimento è di piccola ampiezza e durante il movimento indietro è necessario riaprirlo.

Combo.
Il combo è una concatenazione di scratch.
Un combo è composto da più scratch. Ciascuno scratch corrisponde a un carattere e la loro associazione forma delle parole.

Laurent Burte, dopo il diploma ottenuto nel 2002 al ESAG-Penninghen di Parigi ha fondato, con Jean Hugues Bancaud, lo studio B2. Lo studio dell’interazione tra le immagini e i suoni è divenuto nel 2003 un libro dal titolo “Scratch Graphique. Une recherche typographique au plus profond du son” (edito in Francia da PYRAMYD NTCV), una ricerca tipografica nella profondità del suono.Oggi collabora con alcune riviste di cultura e di moda e insegna graphic design al ESAD, scuola superiore di design a Reims.
Laurent Burte ha realizzato un workshop insieme al dj Mr Ash il 4 giugno 2006 in occasione del SigJam Live di Milano.
Le immagini del workshop sono disponibili su Flickr.
Il suoi web site sono: http://laurentburt.wordpress.com e http://laurentburte.tumblr.com
Il suo Facebook è: https://www.facebook.com/laurent.burte?fref=ts

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