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Cooking comics. Il Giappone.
Fumetti e cibo hanno un rapporto di lunga data, in Giappone è uno dei generi più diffusi conosciuto come ryôri manga, o manga di cucina. Gli ryôri manga sono fumetti interamente dedicati al cibo, alla sua preparazione, al suo apprezzamento. Da qualche anno sono stati pubblicati fumetti di cucina particolarmente interessanti sia nell’area franco-belga e che in quella anglo-americana, ma questo è un genere ha le sue radici in Giappone, in particolare modo nella serie giapponese “Oishinbo“.
Oishinbo (美味しんぼ) è una parola che non esiste nel vocabolario giapponese e che deriva dall’unione del termine “Oishii“, buono, delizioso, e “Kuishinbo” (食いしん坊), ghiottone, golosone, traducibile in “buongustaio”, “gourmet”. Oishinbo è considerato un vero e proprio long seller dei manga giapponesi (il primo numero è uscito quasi trent’anni fa). Ogni volume ha venduto più di un milione di copie e da quando è iniziata la serie circa cento milioni di copie. È un fumetto storico, così completo e complesso che quasi basterebbe leggere questo manga per capire la cultura culinaria e le sottigliezze della società giapponese.
La storia e i testi sono scritti da Tetsu Kariya (雁屋 哲), un fisico specializzato in meccanica quantistica che a un certo punto della sua vita decide di dedicarsi completamente alle sue passioni: i manga e la cucina. Le immagini sono invece di Akira Hanasaki (花咲 アキラ).
A partire dal 1983 il fumetto viene pubblicato dalla casa editrice Shogakukan (小学館) sulla rivista Big Comic Spirit (ビッグコミックスピリッツ) e in seguito le varie puntate vengono raccolte in volumi monotematici.
Il tratto dei disegni è sintetico ed essenziale per ciò che riguarda la rappresentazione dei personaggi, che contrastano invece con la grande ricchezza di dettagli e la verosimiglianza con cui sono disegnati gli ingredienti, i piatti, le preparazioni e gli attrezzi da cucina.
Il protagonista della storia è Shiro Yamaoka, critico gastronomico della redazione del giornale Tosei, ombroso e trasandato come i detective privati dei vecchi polizieschi. Gli viene affiancata la giovane e solare giornalista Yuko Kurita. Insieme hanno il compito di stilare “il menu definitivo” per le celebrazioni del centenario della fondazione del giornale per cui lavorano. Storia dopo storia, i due improbabili colleghi, tra cui lentamente nasce una malcelata attrazione, si troveranno a viaggiare per tutto il Giappone, tra ristoranti, aziende agricole, artigiani e pescatori, alla ricerca dei piatti e dei prodotti più tradizionali, originali e raffinati, tutti spiegati con precisione minuziosa e quasi maniacale.
Si viene quindi a scoprire la travagliata storia di Shiro Yamaoka, e del conflitto con il padre, Kaihara Yuzan, celebrato artista e famoso gourmet al quale il figlio rimprovera il carattere egoistico e duro al limite del sadismo, rimasto inflessibile anche in occasione della triste fine della madre di Shiro. Scopriamo quindi che Shiro si è ribellato al padre padrone, andandosene di casa dopo aver distrutto l’inestimabile collezione di ceramiche del genitore.
Le strade del padre e del figlio continuano però a incrociarsi storia dopo storia, in una continua sfida di carattere e di conoscenza culinaria e gastronomica in cui padre e figlio cercano, ognuno a proprio modo, di dimostrare all’altro chi ne sa di più. A volte è l’approccio intellettuale di Shiro al cibo ad avere la meglio, altre è l’esperienza del padre a mettere all’angolo Shiro.
Nel corso delle puntate ogni minimo aspetto della cucina giapponese viene trattato e approfondito: la tecnica di utilizzo dei coltelli, la preparazione di sushi e sashimi, l’uso delle bacchette, la preparazione della salsa di soia, la cerimonia del te, il galateo nipponico.
La storia a volte risulta quasi secondaria e funzionale alla presentazione di un particolare prodotto o ricetta giapponese.
La struttura di ogni puntata è spesso costruita allo stesso modo. Nell’introduzione un amico, un conoscente o un qualche personaggio che per qualsiasi motivo entra in contatto coi protagonisti del fumetto presenta un particolare piatto, ristorante o prodotto come eccellente, famoso, rinomato. Ci si rende in realtà conto che questo particolare prodotto non è originale, di alta qualità o particolarmente buono. Yamaoka ne spiega in dettaglio il perché e mostra a tutti dove si possa gustare l’originale, spesso in piccoli ristoranti in vicoletti sperduti conosciuti solo dai buongustai più esperti, o dove si possano trovare i prodotti migliori, magari in piccole cittadine di pescatori o remoti villaggi di montagna. Molto spesso i ristoranti che compaiono nel fumetto sono ristoranti reali, e il manga è stato spesso usato come vera e propria guida culinaria, determinando non di rado il successo di un locale.
“Oishinbo”, non è mai stato tradotto in italiano (purtroppo come quasi tutti i manga di cucina), mentre i lettori in lingua inglese hanno avuto accesso solo ad alcuni volumi pubblicati da Viz Communication (una casa editrice statunitense con sede a San Francisco specializzata nella pubblicazione di manga).
I manga di cucina inizialmente pensati per lettori giovani-adulti (la classificazione in Giappone è Seinen manga – 青年漫画), nel corso del tempo sono stati riorientati verso un pubblico più giovane (Shōnen manga – 少年漫画) ragazzi che vanno dall’età scolare alla maggiore età.
Viz Communication e alcune case editrici europee come la francese Delcourt ne hanno tradotti alcuni assolutamente memorabili come “Yakitate!! Jap-Pan” (焼きたて!!ジャぱん) di Takashi Hashiguchi (橋口 たかし). Il titolo stesso della serie si basa su un gioco di parole, visto che pane in giapponese si dice appunto “Pan” e quindi con “Jap-Pan” significa pane giapponese.
Anche in questo caso la storia si concentra sull’inseguimento di ideali alimentari, in questo caso ancora qualcosa di più sfuggente rispetto all’inseguimento di un menù perfetto. Unico tra le grandi culture del mondo, il Giappone non ha pane. Il sogno protagonista è proprio quello di creare un pane superbo al punto di diventare il pane nazionale.



Lo strepitoso successo che le serie hanno avuto nel corso degli anni e che continuano tuttora ad avere hanno fatto sì che molti artisti di manga e case editrici abbiano cercato di proporre opere che riuscissero a collocarsi nella sua scia. Sono così nati numerosi manga a tema gastronomico e culinario. “Shota no sushi” (将太の寿司) ad esempio è un manga interamente dedicato al mondo del sushi, “Shin Sommelier – Shun no Wine” (新ソムリエ/瞬のワイン) è invece un manga tutto dedicato al mondo del vino e dei sommellier.
La vastità della gamma di manga di cucina è sorprendente anche per gli appassionanti. Tra i molti titoli “Addicted to Curry” (華麗なる食卓) di Kazuki Funatsu (ふなつ一輝), un Seinen manga in 49 volumi pubblicato per più di dieci anni; “Yumeiro Patissiere” (夢色パティシエール) di Natsumi Matsumoto (松本夏実) uno Shōjo manga (少女) in 12 volumi diretto a ragazze adolescenti che descrive la competizione della protagonista per diventare una campionessa di pasticceria, “Tsukiji uogashi yome yome nikki” di Fumi Hirano (平野 文), un manga sui pesci; “Bambino!” (バンビーノ!) di Tetsuji Sekiya (せきやてつじ) un Seinen manga sul cibo italiano che racconta la storia di Shogo Ban, uno studente universitario di Fukuoka, che adora cucinare. Grazie al proprietario del ristorante dove lavora part-time, entra a far parte del prestigioso ristorante italiano di Roppongi: la Trattoria Baccanale. Qui si rende conto che ancora non aveva preso sul serio il suo lavoro e che non sarà affatto semplice tenere il passo del frenetico ritmo di lavoro dei suoi colleghi. Dal manga è stata poi tratta una serie TV live action, vale a dire un dorama (una serie televisiva), in 11 puntate.
Altre serie da ricordare sono: sul cibo cuicinato in casa, “Hana no Zubora-Meshi” (花のズボラ飯) scritto da Masayuki Kusumi (久住昌之) e illustrato da Etsuko Mizusawa (水沢悦子); un manga di cucina ambientato in Cina nel 19° secolo, “Chūka Ichiban!” (中華一番!) e uno che unisce cucina e fantascienza, “Toriko” (トリコ) scritto e illustrato da Mitsutoshi Shimabukuro (島袋 光年).
Uno dei manga più venduti in Giappone è: “Kinou Nai Tabeta” (きのう何食べた?) pubblicato negli Stati Uniti da Vertical, un piccolo editore specializzato in romanzi giapponesi e fumetti con il titolo “What did You Eat Yesterday?”. La serie è disegnata da Fumi Yoshinaga, autrice del magnifico di “Ooku” (manga ambientato in Giappone nel periodo Edo, pubblicato in Italia da Panini Comics), e di un’altro Shōnen manga che ha come sfondo la preparazione del cibo, “Seiyō Kottō Yōgashiten” (西洋 骨董 洋菓子店), pubblicato in inglese con il titolo “Antique Bakery” (è una soap romantica che racconta la vita di quattro uomini che lavorano in una piccola panetteria/negozio di dolciumi)
“What did You Eat Yesterday?” è un vero manga di cucina incentrato tanto su ricette, tecnica di preparazione degli alimenti che sulle avventure dei protagonisti.
Il titolo della serie è tratto da una domanda posta a Kakei Shiro (uno dei due protagonisti principali del manga), la sua risposta estremamente dettagliata, mette in imbarazzo l’uomo che gliel’ha posta e ci permette di capire il ruolo complesso che ha il cibo nella vita di Shiro.
Shiro è un affascinate avvocato con la passione della cucina.
Severo e riservato, ha scelto di lavorare in un piccolo studio legale al fine di vivere “come un essere umano”, e ogni giorno alle 18:00 si precipita a casa per dedicarsi a ciò che davvero ama: cucinare.
La sua decisione però ha un prezzo, lavorare in un piccolo studio significa un modesto stipendio, significa quindi vivere facendo economia. Questa scelta narrativa permette alla Yoshinaga di concentrasi su una cucina basata su ingredienti economici, quelli che il protagonista sceglie con attenzione ogni giorno al mercato.
Kakei Shiro abita con il suo compagno, l’estroso parrucchiere Kenji. Le loro cene, che scandiscono la storia, sono il pretesto per riflessioni mai banali sulla coppia, e su come la loro omosessualità si rifletta sulle relazioni con le altre persone, con i familiari e con i colleghi.
Uno degli aspetti più interessati di questo Seinen manga è il costante monologo interiore di Shiro, le sue riflessioni sulla vita privata: il cibo, i negozi, la preparazione dei piatti, ma anche le persone che il protagonista incontra sulla sua strada (vecchi amici, clienti, signore al supermercato e gli stessi genitori con i quali ha un rapporto complesso).
Lo stile visivo della Fumi Yoshinaga è minimalista, linee sottili, molti spazi bianchi. Solo quando Shiro cucina lo stile diventa più dettagliato. Gli sfondi astratti vengono impiegati per sottolineare le emozioni dei protagonisti. Ma soprattutto le ricette sono strepitose (un vero peccato che in Italia sia difficile trovare molti degli ingredienti impiegati), terminato un volume si rimane in attesa delle ricette che incontreremo nel numero successivo.
Esempi di serie televisive tratte dai Cooking comics citati nel testo.
“Oishinbo”, regia di Yoshio Takeuchi: https://youtu.be/D_CToGiSMq8
“Yakitate !! Ja-pan”, regia di Yasunao Aoki: https://youtu.be/psZ5NP_Z3H0
“Shota no sushi”, regia di Sato Yuichi , Nishimae Toshinori: https://youtu.be/PRXzpckO8bc
“Yumeiro Patissiere”, regia di Iku Suzuki: https://youtu.be/4lbOWcVjRJo
“Bambino!”, regia di Masatoshi Kato, Ken Murase: Chizu Asai: https://youtu.be/80UVjqF9yoE
“Antique Bakery” (Antique), regia di Motohiro Katsuyuki, Hanejuu Eiichiro: https://youtu.be/RVuNgvy3GTg
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