Tag: Ma l’amor mio non muore

  • Il bisogno di credere nel mondo.

    Il bisogno di credere nel mondo.

    “Abbiamo bisogno di un’etica, di una fede, e questo fa ridere gli idioti; non è un bisogno di credere a qualcosa d’altro, ma un bisogno di credere a questo mondo qui, di cui gli idioti fanno parte”. Non è una fede che riguarda l’essere nel mondo, è l’essere nel mondo.…

  • Shop till you drop!

    Shop till you drop!

    L’idea che possedere un cellulare significhi comunicare è una falsa idea. Per comunicare è necessario che ci sia un supporto infrastrutturale in grado di accogliere le persone nel tipo di comunicazione che quel cellulare richiede, come anche una modalità critica. Forse per questo motivo nel costante processo di “rimediazione” dei…

  • Ritorno di classe.

    Ritorno di classe.

    Mi sembra interessante riflettere sui motivi per cui oggi stiamo assistendo a un ritorno della classe come principio secondo il quale si distribuisce la possibilità di ‘civilizzarsi’. C’è una specie di pluralismo culturale nelle classi medio alte, per cui la razza come principio su cui basarsi per distribuire la ‘speranza…

  • Abbiamo bisogno dei Black Bloc?

    Abbiamo bisogno dei Black Bloc?

    In “Rallentiamo il potere”, un testo pubblicato in questo blog, ho sostenuto la tesi che il rallentamento possa essere considerato un’idea autenticamente anticapitalista. A questa considerazione, desidero aggiungerne altre due: che il dissenso presti attenzione alla ‘varietà’ (alla molteplicità dei movimenti politici di opposizione) e alla ‘convergenza’. In modo particolare…

  • Il prodotto siamo noi.

    Il prodotto siamo noi.

    Oggi i prodotti sono sempre più spesso una proprietà intellettuale della quale compriamo i diritti d’uso, non più un oggetto che acquistiamo. Se acquistiamo un libro, possediamo quell’oggetto. Al contrario, se acquistiamo un pacchetto software, non stiamo acquistando un oggetto, quanto piuttosto un insieme di funzioni. Stiamo comprando il diritto…

  • La rivoluzione non si fa ‘una volta per tutte’.

    La rivoluzione non si fa ‘una volta per tutte’.

    In questo periodo di intenso dibattito sui temi dei beni comuni e dell’economia collaborativa, stiamo incominciando a vedere lo scambio al di fuori del possesso e a considerare altre possibilità per il dono e per la speranza. In questo senso credo di percepire due dimensioni.

  • Camminare è una caduta controllata.

    Camminare è una caduta controllata.

    In ogni situazione esiste un margine di movimento, un dove possiamo andare o un cosa siamo in grado di fare. Questo margine di movimento possiamo chiamarlo “affetto”, o anche “speranza”. Affetto o speranza significano che è meglio ci concentriamo sul prossimo passo con intensità, piuttosto che ci limitiamo ad immaginare…

  • Una politica, etico-estetica.

    Una politica, etico-estetica.

    Un’azione politica alternativa non deve combattere l’idea che il potere sia diventato affettivo, ma deve piuttosto imparare a funzionare a quello stesso livello.

  • Rallentiamo il potere.

    Rallentiamo il potere.

    Penso che quella del rallentamento sia un’idea autenticamente anticapitalista, dal momento che la forza del capitalismo è un movimento in avanti astratto, una continua invenzione di nuove astrazioni e di definizioni di cosa sia un risorsa , di cosa debba essere sfruttato e dei profitti da trarre.

  • L’urgenza di raccontare altre storie.

    L’urgenza di raccontare altre storie.

    Tutti coloro che difendono le regole del mercato, ad esempio, diranno che non esistono altre possibilità, che la storia ci ha dimostrato, che cosa succede quando cerchiamo di eludere quelle regole. Probabilmente questa nostra storia umana avrà fine, e non sapremo mai cosa sarebbe stato possibile ma, anche se ciò…

  • Ma l’amor mio non muore.

    Ma l’amor mio non muore.

    Le domanda che mi sono posto è: in che modo, nell’ambito di una costante trasformazione del capitalismo, (informazioni, media, economie, tecnologie), le restrizioni delle libertà (il controllo della nostre vite) coinvolgono la nostra dimensione affettiva?